Lo strappiamo a fatica dai mille impegni. In ciascuno ci mette anima, cuore e passione; si capisce sin dalle prime battute, quando racconta dell’imminente Buskers Festival, e poi nel seguito, a parlare di altri impegni lavorativi, famiglia, futuro. Con queste caratteristiche, Damiano Merzari è uno che conquista di primo acchito. Nel segno della condivisione: «Conosco tante persone e mi sento particolarmente a mio agio in situazioni di “famiglia allargata”».
Lo strappiamo a fatica dagli impegni anche perché per lui queste sono le settimane più calde dell’anno. Dal 19 al 23 luglio oltre cinquanta artisti tra musicisti, attori e acrobati si alterneranno sui palchi, nelle strade e nelle piazze del centro per animare la 15.ma edizione del Buskers. La regia e la gestione della kermesse sono a firma Paride Bernasconi, Ilenia Ricci, Gianmaria Zanda, Vittorio Ondedei e appunto Damiano Merzari. «Con la mia band eravamo stati invitati al Buskers di Berna, un mondo che conoscevo poco e mi ha subito affascinato. Il fatto di non ricevere cachet e di doverti arrangiare spinge i tuoi limiti: devi essere bravo, sorprendere, attirare l’attenzione di chi passa, fare in modo che si fermi e lasci qualche soldo nel cappello».
Tornato da Berna, Damiano parla dell’esperienza con Claudio Chiapparino, responsabile della Divisione eventi e congressi, e insieme decidono di lanciare il format in riva al Ceresio. «È piaciuto subito, è nato sotto una buona stella. Negli anni abbiamo un po’ rubato il mestiere ad altri festival simili, incontrato gente, creato relazioni, allacciato amicizie: oggi il Buskers Lugano ha una sua identità, è conosciuto anche fuori dai confini nazionali, e soprattutto è una grande famiglia che coinvolge organizzatori, artisti e pubblico».
Per allestire il cartellone c’è solo l’imbarazzo della scelta. «Arrivano tante candidature e le analizziamo tutte. Poi andiamo a cercare qualche perla, personaggi che ci intrigano. Un nome dell’edizione 2023? Pufuleti. È un siciliano cresciuto in Germania che fa hip-hop mescolando tre-quattro lingue e raccontando storie particolari. Particolare è anche lui. Non fa concerti con regolarità e logica, è una scheggia impazzita che appare e scompare, difficile persino da contattare. Un giorno, senza troppa speranza di successo, gli ho scritto su Instagram e – sorpresa! – mi ha risposto. Venite a sentirlo, ne vale la pena!»...