Il Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea (Fit) celebra la sua 32.ma edizione dal 29 settembre all’8 ottobre. Sotto la direzione artistica di Paola Tripoli, questo evento alza il sipario sulla complessa relazione tra il teatro, gli artisti e il pubblico. Il Fit sfida i confini tra palcoscenico e spettatore, indagando il potere (e le valenze) del corpo e delle parole. Si concentra sulla connessione tra chi si esibisce e chi osserva, sollevando domande su come queste esperienze si trasmettano.
Il festival promuove la condivisione e la collaborazione, collegando culture internazionali e valorizzando opere in lingua italiana nel resto della Confederazione. La sua curatela multiforme dà voce ad artiste e performer, enfatizzando l’arte inclusiva: per il secondo anno consecutivo, la scena è appannaggio esclusivo delle donne, «una goccia nell’oceano se si spera in un riequilibrio», per dirla con le parole di Paola Tripoli.
I luoghi dell’arte, spazi aperti
A Lugano va in scena un’esperienza fortemente caratterizzata dagli incontri e dagli eventi collaterali: lungi dall’essere «accessori», sono una parte vitale dell’intero festival. Il cuore pulsante del Fit è rappresentato dal Lac, un luogo che, sin dalla sua apertura, ha ospitato la rassegna, ma che svolge un ruolo molto più ampio e profondo all’interno del contesto dell’evento: è un promotore dell’apertura culturale. Michel Gagnon, il direttore generale del centro culturale, e Carmelo Rifici, il direttore artistico, hanno lavorato per attirare un pubblico diversificato, compresi i giovani spettatori, il cui numero è in costante aumento. Inoltre, esistono iniziative innovative come l’abbonamento Lac+, che permette di accedere al Fit e a tutti gli spettacoli della stagione teatrale, e il «biglietto sospeso», che offre la possibilità di partecipare gratuitamente a uno spettacolo per coloro che altrimenti non potrebbero permetterselo, grazie alle generose donazioni del pubblico.
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