Nel giugno 1979, in questa stessa sala di Palazzo Civico, c’erano Eugenio Foglia, Demetrio Poggioli, Ferruccio Pelli, Andreas Wyden ed io. Con Andreas ci eravamo lanciati nel folle progetto di Estival e il mondo politico, turistico e imprenditoriale aveva deciso di seguirci e sostenerci». Illustrando l’edizione 2023, Jacky Marti si concede un amarcord. L’esordio fu decisamente niente male, con due serate in piazza della Riforma sulle note di Dizzy Gillespie, Joe Henderson, Franco Ambrosetti e altri. «Il budget era stato coperto grazie agli organizzatori delle Feste al lago, alle inserzioni sul libretto con il programma e a qualche biglietto da mille che tirai fuori io rinunciando a comprare lo scooter». Con il tempo le serate diventeranno tre, cinque, dieci; la rassegna troverà casa anche a Montagnola, Agno, Tesserete, Mendrisio; ci saranno le Estival Nights e Aspettando Estival.
Decenni a costruirsi una robusta fama, ad attirare le folle, a ingaggiare artisti fenomenali. Fino a quando arriva il covid a chiudere le piazze e impedire il normale svolgimento delle edizioni 2020 e 2021. L’anno scorso – in preda allo sconforto e confrontato con il fuggi fuggi di sponsor in grado di sostenere la grandeur dell’evento – Marti getta la spugna («Estival è morto»), salvo poi ripensarci qualche settimana dopo, ringalluzzito dall’affetto della gente che gli chiede di non mollare e rincuorato dall’ancora di salvataggio ricevuta dall’autorità cittadina e da un istituto bancario.
In particolare, a Palazzo Civico capiscono le nefaste conseguenze che avrebbe comportato la perdita di un…