L'inizio del Museo delle culture non fu facile. L’allora Museo delle culture extraeuropee, sorto sulla collezione di arte etnica donata dall’artista Serge Brignoni alla Città nel 1984, è stato inaugurato nel 1989 a Villa Heleneum. «Ci furono discorsi importanti: si pensò a un nuovo istituto che avrebbe sviluppato importanti relazioni internazionali», spiega il vicesindaco Roberto Badaracco, in veste di presidente della Fondazione Culture e Musei. «Purtroppo, dopo l’entusiasmo iniziale, l’istituzione non è mai decollata davvero sia per ragioni politiche sia di gestione». La situazione cambiò con il Municipio insediatosi nel 2004, che mostrò la chiara volontà di continuare a sviluppare il museo e, soprattutto, l’anno successivo con la nomina di Paolo Campione nel ruolo di direttore. «Con la sua passione e voglia di fare, lo portò a un altro livello». Da quel momento il Musec divenne un piccolo centro di ricerca e di esposizione sulle arti etniche e orientali, sull’arte infantile e sulla fotografia dell’esotismo. Finora ha prodotto 100 progetti e 145 mostre. «Oggi siamo quello che avremmo dovuto essere nel 1984. Siamo nelle condizioni di immaginare un progetto serio di sviluppo che possa contribuire alla crescita sociale e culturale della Città, del Ticino e di tutto il Paese», afferma Campione. Insomma, il Musec è una macchina che funziona con tutti i dipartimenti essenziali che gli consentono di produrre otto esposizioni all’anno, una media da grande museo europeo.
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