La si distingue da lontano grazie all’imponente campanile che svetta sulla valle sottostante ed è nota soprattutto per l’affresco della Battaglia di Lepanto in cui è raffigurata – volendo riprendere una definizione di Romano Amerio – la «Madonna bombardiera»; ma la chiesa di Santa Maria di Pazzalino, come emerge dal volume che «Arte e Cultura» le ha dedicato e che sarà presentato il prossimo 17 maggio, è anche molto altro. Infatti, all’austero aspetto esterno, ravvivato esclusivamente dalla rosea facciata ottocentesca, fa da controparte un interno ben più ricco di quanto ci si possa aspettare, composto da opere d’arte che sono state realizzate in un arco cronologico che va dal XVI al XX secolo.
Menzionata per la prima volta in un documento del 1222 ma forse risalente al X o all’XI secolo, la chiesa è stata modificata più volte. Le attuali dimensioni sono principalmente il risultato di lavori di ingrandimento condotti alla metà del Quattrocento, ossia qualche decennio prima dell’erezione a parrocchia (1468), alla fine del Cinquecento, quando furono aggiunte le due navate laterali e fu costruito il campanile, e attorno alla metà del Seicento, quanto fu ingrandito il coro.
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