#Approfondimenti | 16/09/2024

Carona ritrova il suo santuario

Ivan Pedrazzi

Ci sono voluti sei anni di lavoro e un milione e mezzo di franchi per restaurare il santuario della Madonna d’Ongero. Tra un anno la pubblicazione, a cura di Enrica Giacobino di un libro sulla storia dell’edificio, di cui ricorrono i 400 anni dall’avvio dell’edificazione, e il suo importante recupero. L’abbiamo visitato.

L'eccellente lavoro di squadra condotto dal Consiglio parrocchiale di Carona e dalle persone che l’hanno affiancato nella lunga e delicata operazione di restauro del santuario avrebbe meritato una radiosa giornata di sole. Un premio anche per i fedeli, i numerosi ammiratori della chiesa e i benefattori, che hanno atteso sei anni prima di potersi riavvicinare a questo capolavoro dell’arte barocca. Un luogo di riflessione e contemplazione. «Il più bel posto del Ticino», disse Hermann Hesse, illustre habitué del santuario costruito a partire dal 1624. Invece no! Domenica 8 settembre sull’attesa Festa della Madonna d’Ongero è caduta, abbondante, la pioggia. Peccato anche perché in questa occasione vengono esposte le tele originali (appena restaurate) che impreziosiscono le 14 cappelle della Via Crucis. Succede due sole volte all’anno: l’altra è il Venerdì Santo. Ora sono state realizzate delle copie fotografiche a grandezza naturale, in modo che i dipinti possano essere ammirati tutto l’anno.