Alessandro Rossi, segni particolari: voglia di fare sempre ai massimi livelli. Dove serve una mano, lui c’è. Lo incontri dietro a una griglia, intento a montare un gazebo, a cucinare pesciolini fritti, posare panchine, tirare cavi... Sabato scorso, passeggiando sul lungolago, l’abbiamo visto riemergere dalle gelide acque del Ceresio. Cosa ci faceva laggiù? Presto detto: montava la piattaforma e posava le statue del «suo» presepe sommerso, appuntamento fisso, e imprescindibile, del programma natalizio cittadino. Domenica 15 dicembre si tiene la cerimonia di inaugurazione e poi – fino al 6 gennaio – le luci attireranno giornalmente l’attenzione sulla scena della Natività.
L'entusiasmo di Borradori
La prima edizione del presepe sommerso data 2018. «Era un po’ che pensavo a come si sarebbe potuto rendere ancor più accattivante il cartellone degli eventi in centro – ci racconta Alessandro Rossi – Serviva un’idea originale, e durante un’immersione mi è venuto in mente il presepe. Un nostro ex socio, Ovidio Garolla, è stato il promotore di un progetto simile a Laveno Mombello e mi sono un po’ ispirato a lui».
Membro della Lugano Sub, Rossi ne parla nella società e la reazione è entusiastica. «Da soli non ce l’avremmo fatta, sia a livello di costi sia di organizzazione, così abbiamo bussato alla porta di chi, a sua volta, ama e frequenta il lago: la Sezione pesca golfo di Lugano e l’associazione Amici del lago Ceresio. Il cerchio si è chiuso con il coinvolgimento della Federale ginnastica, che tradizionalmente offriva panettone e vin brûlé in piazza e volentieri si è aggiunta al gruppo». Insomma, si tratta di una bella unione di forze e intenti.
L’esordio sette anni fa – e ne parliamo con cognizione di causa perché c’eravamo – è stato da pelle d’oca. «All’inaugurazione del 22 dicembre non si sapeva cosa aspettarsi, quanta affluenza... La novità sarebbe piaciuta?». Risultato: un tripudio di gente, luci, canti, musica, brindisi, sorrisi. Un’atmosfera meravigliosa.
Quando ricordiamo quel giorno del 2018 ad Alessandro, lui annuisce e rilancia con un aneddoto: «Avevamo invitato il sindaco Marco Borradori; pensava che tutto si sarebbe svolto velocemente, accendendo l’interruttore delle luci che illuminano il presepe. Mi aveva preannunciato che probabilmente non sarebbe rimasto a lungo perché aveva altri impegni, e invece è stato l’ultimo a partire, catturato anche lui dall’ambiente eccezionale, da un appuntamento che, nella frenesia della festività, credo sia benvenuto perché favorisce il senso di comunità, mettendo al centro il vero simbolo del Natale».
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