#Approfondimenti | 13/12/2024

«Valorizziamo il vero simbolo del Natale»

Roberto Guidi

Domenica 15 dicembre alle 17 in rivetta Tell si inaugura il presepe sommerso. Un’idea nata nel 2018 per offrire alla popolazione un momento conviviale e di riflessione che rifugge la frenesia dello shopping. Ne parliamo con il promotore, Alessandro Rossi.

Alessandro Rossi, segni particolari: voglia di fare sempre ai massimi livelli. Dove serve una mano, lui c’è. Lo incontri dietro a una griglia, intento a montare un gazebo, a cucinare pesciolini fritti, posare panchine, tirare cavi... Sabato scorso, passeggiando sul lungolago, l’abbiamo visto riemergere dalle gelide acque del Ceresio. Cosa ci faceva laggiù? Presto detto: montava la piattaforma e posava le statue del «suo» presepe sommerso, appuntamento fisso, e imprescindibile, del programma natalizio cittadino. Domenica 15 dicembre si tiene la cerimonia di inaugurazione e poi – fino al 6 gennaio – le luci attireranno giornalmente l’attenzione sulla scena della Natività.

L'entusiasmo di Borradori

La prima edizione del presepe sommerso data 2018. «Era un po’ che pensavo a come si sarebbe potuto rendere ancor più accattivante il cartellone degli eventi in centro – ci racconta Alessandro Rossi – Serviva un’idea originale, e durante un’immersione mi è venuto in mente il presepe. Un nostro ex socio, Ovidio Garolla, è stato il promotore di un progetto simile a Laveno Mombello e mi sono un po’ ispirato a lui».
Membro della Lugano Sub, Rossi ne parla nella società e la reazione è entusiastica. «Da soli non ce l’avremmo fatta, sia a livello di costi sia di organizzazione, così abbiamo bussato alla porta di chi, a sua volta, ama e frequenta il lago: la Sezione pesca golfo di Lugano e l’associazione Amici del lago Ceresio. Il cerchio si è chiuso con il coinvolgimento della Federale ginnastica, che tradizionalmente offriva panettone e vin brûlé in piazza e volentieri si è aggiunta al gruppo». Insomma, si tratta di una bella unione di forze e intenti.
L’esordio sette anni fa – e ne parliamo con cognizione di causa perché c’eravamo – è stato da pelle d’oca. «All’inaugurazione del 22 dicembre non si sapeva cosa aspettarsi, quanta affluenza... La novità sarebbe piaciuta?». Risultato: un tripudio di gente, luci, canti, musica, brindisi, sorrisi. Un’atmosfera meravigliosa.
Quando ricordiamo quel giorno del 2018 ad Alessandro, lui annuisce e rilancia con un aneddoto: «Avevamo invitato il sindaco Marco Borradori; pensava che tutto si sarebbe svolto velocemente, accendendo l’interruttore delle luci che illuminano il presepe. Mi aveva preannunciato che probabilmente non sarebbe rimasto a lungo perché aveva altri impegni, e invece è stato l’ultimo a partire, catturato anche lui dall’ambiente eccezionale, da un appuntamento che, nella frenesia della festività, credo sia benvenuto perché favorisce il senso di comunità, mettendo al centro il vero simbolo del Natale».