Sul finire della Seconda guerra mondiale, nel mondo contadino malcantonese per la produzione degli indumenti si utilizzava la canapa. È una fibra con una resa maggiore rispetto al lino, dal canto suo apprezzato dai benestanti che potevano permetterselo. In effetti è da secoli uno dei tessuti più pregiati. Il ritrovamento di antichi pezzi di stoffa lintei testimoniano il suo impiego già a partire dal 5000 a.C. passando poi per le grandi civiltà: gli antichi Egizi, per esempio, lo usavano per la mummificazione, i Romani per i corredi casalinghi.
Nobili sono pure le origini del progetto che ha messo radici a Curio, come ci spiega Marianne Lang Meier, presidente degli Amici di Casa Avanzini, associazione che offre sostegno ad artisti e artigiani della regione: «Pietro Avanzini è stato l’ultimo discendente di una famiglia patrizia curiese che in passato ha ricoperto un ruolo importante nello sviluppo culturale, economico e artistico regionale. Sappiamo che amava utilizzare il lino per confezionare il proprio guardaroba».
Per ricordare la sua figura e riprendere la coltivazione di fibre tessili, nel 2016 è nato Curiolino. «Il gruppo è costituito da una decina di volontari, ognuno con le proprie esperienze e competenze: chi è portato per la tessitura, chi per la gramolatura, chi per la tintura» spiega Rita Demarta, che insieme a Marianne Lang Meier, Matteo Gehringer, Claudia von Krannichfeldt e Bernadette Muschietti hanno avviato il progetto. «La maggior parte di noi non svolge o non ha svolto un lavoro in ambito tessile, ma ha semplicemente coltivato questa passione individualmente. Matteo Gehringer è invece tessitore di professione ed è il nostro mentore e consulente per tutte le fasi di lavorazione».
…