Il nome, scelta libera ma condizionata

Luciana Caglio

Non sono certo campati in aria i nomi propri delle persone che ci circondano. In una quotidianità di dimensioni internazionali, oggi sono rapper e influencer a conquistare il pubblico giovanile, anche se alcuni nomi sono intramontabili.

Può sembrare una contraddizione di termini: la piena libertà espone, a volte, a rischi in apparenza banali. In realtà rivelatori. Com’è stato il caso Totti. Alla figlia neonata hanno affibbiato un nome insolito, anzi inesistente: Chanel, cioè un cognome francese, diventato marchio internazionale. Un pericolo da cui, nella Confederazione elvetica, ci protegge la legge che vieta l’uso di marchi commerciali come nomi di persone.

Con ciò, complice la pubblicità, il consumismo, i viaggi e soprattutto una popolazione sempre più composita favoriscono la scelta dei nomi, destinati ai nascituri, sempre più variegata. In Ticino, lo scorso anno, fra i nomi femminili più gettonati figurano Emma, Aurora, Sofia, Ginevra. Per i maschi, l’elenco appare più differenziato: accanto a Enea e Leonardo, compaiono Liam e Noah. Sul piano nazionale, si accentua la convivenza fra vecchio e nuovo. Come documenta il supplemento della NZZ del settembre scorso, Maria figura sempre fra gli intramontabili, in un elenco che comprende un classico elvetico come Roger. Dove, però, trovano posto nuovi arrivati: Murren, Nevaeh, Mohammed, Khaleesi.