La prima volta che ho incontrato Shanti aveva cinque anni, sua mamma era deceduta da poco, un’emorragia se l’era portata via mentre dava alla luce l’ultima nata. Sei bambine da zero a 12 anni senza mamma è un inizio di vita decisamente in salita, soprattutto se si aggiunge un papà che per la disperazione si perde nell’alcol. La neonata fu affidata alle cure di una zia, la sorella maggiore lasciò la scuola e andò a lavorare per assicurare quel po’ di riso e lenticchie quotidiani per sé e le sorelline. Kam For Sud era stata fondata da poco e il primo sostegno spontaneo a quelle bambine senza più protezione diede poi inizio ai padrinati, che fino ad oggi hanno sostenuto oltre 500 bambini e ragazzi nepalesi nella loro formazione. Negli anni successivi si sono susseguiti nuovi progetti: dalle piccole iniziative di villaggio (igiene e salute pubblica, formazione artigianale per un gruppo di donne, accompagnamento didattico per docenti, microturbine idroelettriche) a quelle più grandi, come le tre case-famiglia dell’orfanotrofio-fattoria di Tathali, il centro diurno per bambini in strada a Kathmandu, i frutteti d’alta quota per resistere ai cambiamenti climatici, la ricostruzione post-terremoto…
L’ultimo progetto di Kam For Sud è stato formalmente inaugurato in occasione del 25.mo di attività: un albergo «impresa sociale» nel quale possono imparare un mestiere e lavorare ragazzi ormai grandi dell’orfanotrofio-fattoria, del centro diurno e del progetto padrinati. A guidare la squadra c’è Shanti, che dopo aver conseguito un master in economia è ora l’entusiasta manager del Newa Chen Guest House.
…