#Approfondimenti | 18/01/2025

Piacere, 2025

Gianni Ballabio

Buongiorno, sono il vostro calendario. In questi giorni, nelle case, negli uffici, nei ristoranti, ovunque vengo sostituito. Alcuni di noi si limitano a presentare giorni e date; altri aggiungono illustrazioni, messaggi, proverbi... Taluni annotano il nome di un santo; talaltri pure eventi che ritengono importanti. Io, intanto, vi auguro buon anno e buona fortuna!

«Mezzanotte, l’anno che muore, ci saluta, mesto s’en va; sorge l’alba, spera ogni cuore che il nuovo anno lieto sarà». Sono le parole di una canzone di tanti anni fa, con una specie di ritornello incisivo ed essenziale: «Buon anno, buona fortuna». È quello che faccio anch’io. 

Ho tolto questi passaggi dal «Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere» che fa parte delle «Operette morali» di Giacomo Leopardi. Scusate, non mi sono presentato. Sono il vostro calendario e il mio cognome già lo conoscete: Duemilaventicinque. In questi giorni nelle case, negli uffici, nei ristoranti, ovunque vengo sostituito. Siamo una grande famiglia, noi calendari. Abbiamo tutti lo stesso compito, ma abbiamo volti diversi. Alcuni di noi si limitano a presentare giorni e date, di mese in mese; altri aggiungono illustrazioni, messaggi, proverbi, sentenze. Taluni annotano anche, di giorno in giorno, il nome di un Santo; talora pure eventi che ritengono importanti nel passare delle settimane e dei mesi. Del resto varietà e fantasia fanno parte del vivere, altrimenti si andrebbe avanti con la monotonia di sole fotocopie. Noi calendari presentiamo la maggior parte delle date in nero, altre in rosso. Chiaro il motivo e quindi non perdo tempo a spiegarlo.