A partire dal gennaio 2025, per la prima volta, il Ticino ospiterà una radio complementare. Se non sapete cos’è una radio complementare, non preoccupatevi: non lo sapevamo nemmeno noi e, stando a quanto dicono quelli di Radio Gwen, anche gran parte del pubblico ticinese. «Per noi è un grande traguardo, su cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2022», spiega Cristian Ferretti, uno dei membri della direzione artistica. «Però sì, sono tante le persone che, quando abbiamo dato la notizia, ci hanno fatto le loro congratulazioni per poi chiederci “cosa vuol dire?”». Questo non ha impedito al team di Gwen – composto da una trentina di persone impiegate a livello di comitato, tecnica, direzione e collaboratori – di festeggiare a dovere questo successo, che è una prima storica per la nostra regione.
Se nella Svizzera interna questo genere di radio è presente da diverso tempo, è solo da quest’anno che Berna ha deciso di assegnare una concessione anche all’area di Lugano. «Si tratta di un tipo di radio particolare – spiega ancora Ferretti – In pratica la Confederazione ha stabilito che, oltre alle radio commerciali e a quelle statali, sia necessario sostenere con i soldi del canone anche un tipo di emittente che dia voce alle fasce di popolazione meno rappresentate, come i giovani o le minoranze linguistiche e culturali». Da qui il senso del termine «complementare» appunto.
Ma nel concreto, cosa cambierà? «Dopo tanti anni di lavoro sul territorio realizzato da volontarie e volontari, potremo finalmente professionalizzarci e diventare una realtà più stabile, sia per noi che ci lavoriamo sia per chi ascolta». Questi fondi federali non arrivano però... gratuitamente: Berna pagherà fino a 554mila franchi l’anno per coprire i costi a patto che Radio Gwen raccolga il 20% del totale e che svolga funzioni di servizio pubblico, come la messa in onda di un radiogiornale e di un servizio meteo, e tenga fede a specifiche linee guida.
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