Il lavoro di segretario comunale è di fatto molto variegato. Ogni giorno non è uguale a quello precedente e riserva sempre delle sorprese. Di questo è sicuro il vice segretario di Gravesano Ludovico Zappa e la donazione di un catasto datato 1770 al Comune di Gravesano ne è la prova.
Il documento in questione, redatto dal notaio di Torricella Maurizio Albrizi, fa emergere uno spaccato storico di un Comune ben diverso da quello che conosciamo oggi, composto allora da solo 24 nuclei famigliari con una popolazione di circa 110 anime.
Insieme allo stato delle anime – conservato nell’archivio parrocchiale e che fungeva allora da controllo abitanti – getta luce sull’andamento demografico della Gravesano del XVIII secolo. Oltre alle famiglie ancora oggi presenti nella regione, come quelle dei Panzera, Soldati, Morelli, Porta e Gobbi, si riscontravano famiglie oggi scomparse a Gravesano, come quelle dei Rusca, Jermini (da non confondere con Insermini), Paricca, Batta, Lanzarotti e Portugalli (allora chiamati Portogalli). Altre fanno la loro comparsa negli anni a seguire come i Barca, Talleri, Pedrazzi, Borsari, Delvecchio e Pandolfi. «Questo a dimostrazione che all’epoca Gravesano e Grumo avevano un’alta mobilità sociale, fattore anche dovuto alla sua posizione lungo la Strada Regina, ovvero sull’importante asse viario in direzione delle Alpi», spiega il vice segretario comunale, lo storico Ludovico Zappa.
Redatto a cavallo tra la vecchia Confederazione e poco prima del moderno Stato federale, nel catasto si trovano le unità di misura in uso allora, soprattutto la pertica per determinare l’estensione di campi prativi, orti, vitigni, selve boschive, campi coltivati e terreni non adatti all’agricoltura.
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