#Approfondimenti | 19/10/2024

A Vezio e Comano fumano le grà

M. Boschetti e I. Pedrazzi

È festa in Malcantone e ai piedi della collina di San Bernardo, dove i due caseggiati adibiti all’essiccazione delle castagne sono stati rimessi in funzione. Il carico dei frutti sul graticcio è occasione di festa e, per le scuole, fonte di apprendimento di antiche tradizioni un tempo diffuse e praticate.

L’incendio che lo scorso anno di questi tempi a Vezio (era il 10 ottobre) ha pesantemente danneggiato l’edificio in località «ai Piani», divorando il tetto, la soletta e le altre parti di legno, non ha scoraggiato i membri dell’Ufficio patriziale e le persone che partecipano all’esercizio della grà. Tutti si sono subito impegnati a reperire i fondi necessari per ricostruire il metato e ridare vita a una struttura d’importanza storico-culturale. 
In un passato non troppo lontano, la castagna ha costituito per numerose famiglie l’alimento principale per buona parte dell’anno. La raccolta seguiva i diversi momenti di maturazione dei frutti: si cominciava a metà settembre con le primaticce (le specie precoci) e proseguiva fino a metà novembre. Quelle da essiccare venivano deposte sul graticcio della grà, un piccolo locale situato di regola nel sottotetto delle vecchie abitazioni, a contatto con la cappa del camino. Attraverso un’apertura, calore e fumo raggiungevano le castagne che, una volta essiccate, si conservavano a lungo. 
Determinato a ricostruire la grà, il Patriziato ha attribuito l’incarico all’impresa Devittori di Arosio, la quale ha proceduto in modo attento e scrupoloso alla scelta e alla sostituzione dei materiali danneggiati. La costruzione del nuovo impianto è stata quindi eseguita come lo era in precedenza, rispettando le antiche tecniche.