Fu proprio lei, la Sandra, una delle prime persone conosciute al mio arrivo a Comano cinquant’anni fa. Impossibile non notarla, soprattutto per la sua bellissima voce, che echeggiava in chiesa ogni domenica durante la messa. Subito ci unì la passione per il canto nella corale parrocchiale, diretta per tanti anni da sua figlia Arianna, e poi la straordinaria avventura del teatro. Sabato 2 aprile, Sandra Zanchi compie cent’anni e tutto il Ticino si unisce in un applauso!
Sandra era già allora conosciuta e amata in tutto il Ticino per le sue interpretazioni dialettali nelle commedie radiofoniche e televisive, e cullava da tempo il sogno di formare una compagnia dialettale tutta sua. Con il suo entusiasmo e l’incoraggiamento del parroco don Mario, giunto a Comano qualche mese prima, coinvolse in questa avventura una ventina di persone che già facevano parte della corale parrocchiale, dai quindici ai settant’anni, tutti alle prime armi, e per ciascuno di loro preparò una parte su misura. C’ero anch’io. Nasceva così la «Compagnia Dialettale di Comano», una piccola comunità di amici, che voleva divertirsi per divertire e nel contempo ricavare qualcosa da offrire in beneficenza.
Dopo un intenso periodo di prove ecco, nell’ottobre 1982, la «prima» a Comano: «Firagn che sa disseda», commedia di Sergio Maspoli, il quale disse: «A ti Zanchi ta dagh carta bianca», affidandole nella massima fiducia la regia del suo lavoro. La serata proseguiva con una spassosa farsa in cui Sandra sosteneva un’incredibile parte da protagonista. E fu subito successo!
Poi la brava e instancabile Sandra non si accontenterà più della regia, ma inizierà a scrivere lei stessa commedie dialettali per la sua compagnia, riscuotendo già dal primo lavoro «Ortigh e camamela» un successo senza precedenti.
Ormai non la fermava più nessuno: seguiranno tante altre commedie e parecchie allegre serate con farse, alternate a musiche e canti con il gruppo dei «Musicanti», nelle quali Sandra si esibiva con il mandolino imparato in età… non più scolare. Fu in una di queste serate che riservò al pubblico un’eccezionale sorpresa, suonando con il violino una sua canzone sentimentale, accompagnata dalla bella voce della nipote Lisa, rispolverando così una passione giovanile che i tempi e le situazioni le avevano impedito di assecondare.
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