A partire dal 1842, le diligenze postali garantirono il fondamentale collegamento tra nord e sud attraverso il San Gottardo. Erano circa 60mila le persone che affrontavano ogni anno l’avventuroso percorso affidandosi alla forza trainante dei cavalli, ma con l’inaugurazione della ferrovia nel 1882, gli storici mezzi di trasporto persero importanza e vennero sostituiti, quarant’anni dopo, con gli autopostali. Per il servizio furono spesso impiegati i vecchi autocarri cabriolet Saurer (i «Car alpin») dell’esercito svizzero, che consentivano per la prima volta di farsi trasportare comodamente valicando il passo, seppur con qualche disagio: per proteggersi da freddo e sporcizia, i passeggeri dovevano infatti indossare abiti pesanti. Il viaggio risultava comunque meno accidentato e polveroso rispetto al passato.
Fu il contesto socioeconomico di cent’anni fa, nello specifico la crisi conseguente alla prima guerra mondiale, a favorire la nuova linea del Gottardo. Così come avvenuto di recente a causa della pandemia, anche allora la mancanza di turisti stranieri spinse gli addetti ai lavori a puntare sulle attrazioni per la popolazione locale. Il turismo indigeno sperimentò una rapida crescita dal momento che il giro da Andermatt ad Airolo non rappresentava più solamente un metodo di trasporto dal punto A al punto B. Era invece diventato un piacere tutto da vivere. Sempre più spesso, i passeggeri cominciarono a spostarsi da nord verso sud per visitare il Canton Ticino, con le sue bellezze naturalistiche e le sue città, tra le quali Lugano.