Noto un tempo come «albero del pane», il castagno ha rivestito per alcuni secoli notevole importanza nel sostegno e nella sussistenza della popolazione dei nostri villaggi. Il suo frutto ha costituito per numerose famiglie l’alimento principale per buona parte dell’anno. Il legno dei tronchi, ricco di tannino, era utilizzato nella carpenteria, mentre le foglie secche servivano come lettiera nelle stalle.
A Vezio i castagni cresciuti sul terreno patriziale sono tutt’ora di proprietà delle famiglie storiche del paese, le quali beneficiano del diritto denominato jus plantandi. La raccolta delle castagne seguiva i diversi momenti di maturazione dei frutti: si cominciava a metà settembre con le primaticce (le specie precoci) e proseguiva fino a metà novembre. Riempita la gerla, la sera sul grande tavolo di cucina si procedeva alla scelta: quelle grosse erano per il consumo domestico, quelle piccole destinate al bestiame. Quelle da essiccare venivano deposte sul graticcio della grà o metato, un piccolo locale situato di regola nel sottotetto delle vecchie abitazioni, a contatto con la cappa del camino. Attraverso un’apertura, calore e fumo raggiungevano le castagne che, una volta essiccate, si conservano a lungo. Il fuoco andava gestito in modo da evitare le fiamme, che attraverso la canna fumaria avrebbero potuto raggiungere il tetto, incendiando le travi.
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