Dentro ma soprattutto oltre il calcio: è proprio il caso di dirlo pensando a cosa ha rappresentato, per tutti coloro che l’hanno frequentata, la storica e mitica buvette del Fc Rapid Lugano che, con i lavori del nuovo Polo sportivo di Cornaredo, dovrà cambiare ubicazione e spostarsi di un centinaio di metri.
Il trasloco verso la sistemazione provvisoria nel container situato sullo sterrato della Gerra è in corso in questi giorni: non sarà però più la stessa cosa, anche se si spera che, fra un paio d’anni, con il probabile trasferimento definitivo nel nuovo centro sportivo «Al Maglio» di Canobbio si potrà ricreare quell’atmosfera che ha regnato per oltre mezzo secolo in quel luogo dello stadio strategico, di transito e di sosta. Il presidente rapidino Claudio Rusconi è fiducioso: «Cambia il posto, ma non lo spirito. Lo ricostruiremo per mantenerlo. Per ora cercheremo di adattarci negli spazi provvisori alla Gerra. Quello che conta è riuscire a trasferire il clima e l’ambiente. Il compito spetta a tutti noi, alle collaboratrici e ai collaboratori e soprattutto a Renata, che con noi ha un contratto a vita! Lei ha un carattere forte, una spiccata personalità e un’energia che travolge, è una di quelle persone che creano la voglia di stare vicini, di stare assieme».
Intanto l’ultima «partita» è andata in scena mercoledì 5 luglio con una simpatica festicciola d’addio. Erano presenti, oltre alla mitica capitana Renata, tutti gli «aficionados» che, negli ultimi 30 anni, hanno trascorso ore e ore dentro e fuori quel locale, seduti attorno ai tavoli a chiacchierare. Chi ha frequentato la buvette rapidina sa che cosa ha significato quella «casa» per tanti giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri, squadre, genitori e famigliari di calciatori o semplici avventori di passaggio a Cornaredo. Quel piccolo ma inconfondibile edificio è stato fra i punti di ritrovo più conosciuti e apprezzati dello stadio: un misto di oratorio, punto d’incontro e centro di aggregazione, gestito e diretto dalla mitica gerente Renata. Agli avventori e alle diverse generazioni di giocatori per i quali quegli spazi erano una sorta di fermata obbligatoria per scambiare qualche parola con chi chiedeva com’era andata la partita o semplicemente per parlare del più e del meno, rimangono i ricordi di indimenticabili e amichevoli momenti di condivisione: piacevoli chiacchierate sui temi più disparati, vivaci discussioni calcistiche, pranzi, merende, aperitivi, cene, compleanni e serate in compagnia.
La filosofia del Rapid – club che ha sempre privilegiato, oltre ai valori sportivi, anche quelli più sociali come l’aggregazione, l’inclusione e l’integrazione – era ben presente dentro e fuori quel ritrovo. Un luogo dove sentirsi a casa e liberi, dove poter essere se stessi senza troppe formalità e dove poter attendere, per qualche ora e in modo piacevole, i figli e le figlie impegnati nelle attività sportive…