Pronti, via, e il viso di Melanie si illumina. «In questo progetto ho messo sudore, anima e cuore; ho scritto – affiancata da Max Pizio e Ruben Moroni – canzoni, musica, testi. È stata una gravidanza di quattro anni, ma che bambino meraviglioso è nato!». Il figlio è «Acqua», un musical che ha visto la luce in maniera particolare, quasi casuale. Melanie Häner, artista completa con una predilezione per il canto, si dedica da tempo alla realizzazione di spettacoli musicali, personali e per conto terzi. Rimasta, come centinaia di persone, orfana del «suo» Sgambetto, locale di Croglio, ha trovato nella sala polivalente della Chiesa evangelica riformata di Lugano un indirizzo dove poter far nascere idee e poi provarle in vista di salire sul palco.
Lì, un lustro fa, un laboratorio teatrale sarebbe dovuto diventare un musical. «Siamo stati bloccati da una questione di diritti d’autore e mi sono ritrovata con un bel gruppo e senza un testo su cui lavorare. I partecipanti mi dicono: “Scrivilo tu...”. Più facile a dirsi che a farsi». Poi succede che un amico impiegato presso il Soccorso operaio svizzero - sezione Ticino le parla di ragazzi migranti, invitandola ad andarli a trovare durante una lezione di italiano. «Erano timorosi e un po’ diffidenti, mi capivano appena. Un ragazzo, Radwan Kayse, ha tuttavia davvero voluto entrare in connessione con me. Abbiamo parlato, in seguito mi ha portato le sue poesie, semplici e forti. Sono rimasta folgorata». Melanie aveva trovato il tema dello spettacolo.
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